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Cenni Storici

Gerocarne è un comune italiano di 1 923 abitanti della provincia di Vibo Valentia in Calabria. È situato a 241 metri di altitudine sul versante occidentale delle Serre ed è attraversato dal torrente Morano.

Descrizione

Centro collinare, di probabili origini medievali, che alle tradizionali attività agricole ha affiancato una modesta presenza dell’industria e del terziario. I gerocarnesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati soprattutto nel capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e nelle località Ciano e Sant’Angelo; il resto della popolazione si distribuisce tra numerosissime case sparse e i nuclei Lacchi, Ariola, Comunella, Ingegnere, Lacco Sari, Paparello, Petricella, San Sebastiano e Sant’Antonio. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 1.110 metri di quota; l’area Arsafia è in contestazione con Serra San Bruno. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario.

Origini

Il toponimo, citato come Geracarne in un documento del XIII secolo, deriva dal nome di persona Ieracari (dal greco “ierakàres”, ‘falconiere’), con l’aggiunta del suffisso -ones, per cui indica ‘i discendenti della famiglia Ieracari’. Non manca però chi ritiene che la denominazione del centro abbia il significato di ‘sacra carne’. Casale della contea di Arena, ne condivise le sorti, restando sotto la signoria dei Concublet dall’epoca normanna fino alla seconda metà del Seicento. Successivamente fu assegnata alla nobile famiglia degli Acquaviva d’Aragona, ai quali subentrarono i Caracciolo di Gioiosa Jonica. Acquistata l’autonomia amministrativa col decreto francese del 1811, istitutivo dei comuni e dei circondari, tornò ai Borboni, all’indomani del congresso di Vienna. La storia post-unitaria si confonde con quella del resto della regione. Del patrimonio storico-architettonico fanno parte alcuni edifici di culto, tra cui spiccano: la parrocchiale di Santa Maria dei Latini, di origini medievali, rifatta dopo il terremoto della seconda metà del XVIII secolo e in cui si può ammirare una croce astile, risalente forse al Quattrocento; la chiesa di Ciano. Interessanti sono anche i ruderi di un convento basiliano del XV secolo.

Ultima modifica: martedì, 04 luglio 2023

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